03/12/2025 - ore 21:00
Masada
Masada Cinema "Damnatur"

"Il Maestro e Margherita" di Michail Lokšin, 2024, 157 minuti Negli anni Trenta, nella grigia e repressiva Mosca staliniana, uno scrittore finisce travolto dallo scandalo: la sua pièce teatrale su Ponzio Pilato viene censurata e stroncata dalla critica. Emarginato e disperato, trova conforto nell'incontro con Margherita, una donna bellissima e sposata, con cui nasce presto una relazione amorosa. Spinto da questa passione, lo scrittore si mette a lavorare a un nuovo romanzo, dove Mosca viene visitata dal diavolo, presentatosi come Woland, esperto di occultismo, accompagnato da un seguito di figure grottesche e irresistibili. Il motivo per cui è giunto in città risulta presto chiaro: seminare caos e offrire vendetta a chi è stato ingiustamente punito, svolgendo così la funzione di una vera e propria nemesi nei confronti del potere costituito... La censura, definita in senso lato come l'atto di esaminare materiali - libri, film, opere d'arte, comunicazioni ecc. - al fine di sopprimere le parti considerate moralmente o politicamente inaccettabili, non è un fenomeno moderno, tutt'altro: essa si è sempre manifestata, fin dall'antichità, ovunque siano apparse strutture di potere più o meno organizzate. Ad Atene e Sparta, per esempio, determinate forme di poesia, musica e danza erano proibite in quanto ritenute corruttrici della moralità pubblica o dannose per lo 'spirito guerriero'. Con l'avvento del cristianesimo, la censura divenne uno strumento centrale del potere ecclesiastico: risale, infatti, al 1223 l'istituzione dell'Inquisizione da parte di papa Gregorio IX allo scopo di individuare, giudicare e condannare gli eretici e distruggere i loro testi, ai quali veniva applicato il marchio 'damnatur' - è condannato - con significato opposto a quello di 'nulla osta'. Nell'Europa dell'età moderna, pratiche simili furono largamente adottate dalle monarchie assolute. Più avanti, esempi particolarmente eclatanti di censura furono offerti dai totalitarismi del Novecento. Ma anche nelle Repubbliche sorte dalle rivoluzioni borghesi di epoca illuministica, antenate delle attuali democrazie (o presunte tali), la censura non ha mai smesso di operare, sebbene le sue forme siano state - e siano tuttora - meno esplicite e dirette. Nelle società contemporanee, una forma più sottile di controllo può derivare dal potere economico, dove l'eliminazione di determinati contenuti avviene non per decreto statale, bensì per ragioni di profitto, consenso o pressione aziendale - appunto ciò che Pier Paolo Pasolini, nell'ambito della sua radicale critica al capitalismo dei consumi, definiva 'dittatura del mercato'. Negli ultimi anni, inoltre, nel contesto del conflitto tra Russia e Occidente, abbiamo assistito a un'isterica campagna di rimozione operata dall'establishment europeo e statunitense nei confronti di tutto ciò che fosse attinente alla cultura russa. Tra i tanti casi, ci limitiamo a citare quello forse più eclatante: l'assurda cancellazione del corso di Paolo Nori su Dostoevskij presso l'Università Bicocca di Milano nel 2022 (mentre misure del genere non sono mai state applicate a uno Stato genocida come Israele). Insomma, il nesso tra censura e potere è sistemico, consistendo la prima in una difesa attiva dello status quo contro le idee che potrebbero delegittimarlo o minarlo. Appunto di ciò tratta la nostra rassegna cinematografica, composta da quattro film, ambientati rispettivamente in Italia, Inghilterra, Stati Uniti e Unione sovietica in diversi periodi storici. Alla fine di ogni proiezione, seguirà l'immancabile dibattito, nel contesto del quale sarà data a tutti la possibilità di esprimere il proprio punto di vista in rapporto al tema.



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